“Una comunità incapace di sognare e pensare lontano, mobilitando soprattutto giovani talenti, è sicuramente avviata al declino”
Spazi contigui, immobili grandi e dismessi, infrastrutture nazionali, locali e percorsi urbani, investimenti possibili anche a breve termine, criticità difficili da risolvere, ma con sguardo lungo, collaborazione pubblico-privato, ricerca di risorse europee potrebbero sviluppare le loro grandi e articolate potenzialità come unico sistema di aree centrali della nostra città.
Ci si riferisce ad una sequenza di zone della Senigallia litoranea, che raramente vengono considerate nel loro insieme e come luogo unico e differenziato di opportunità di sviluppo economico ed urbanistico. Si parte dai cinque ettari delle ex fabbriche Sacelit-Italcementi e l’inizio del lungomare nord, si tocca la prima darsena interna del porto, l’ex H. La Vela, poi le belle case in mattoni sul piazzale F.Rosi e la cesura dei binari della ferrovia, l’intera area portuale, il parcheggio e gli immobili pubblici ex H. Marche e Azienda di Soggiorno, ora anche l’H. Massi in attesa di riapertura, i giardini, l’area della stazione ferroviaria, la Rocca e il centro storico.

Diritti al Futuro è una lista locale, che tuttavia si interessa anche di questioni rilevanti per la vita della comunità come il caso delle elezioni regionali e del referendum sul taglio dei parlamentari.




Questo antico borgo murato fa parte delle numerose frazioni di Senigallia nelle quali è residente la metà circa dell’intera popolazione. Nonostante ciò risulta che le attenzioni di tutte le Amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 50 anni, hanno fortemente privilegiato gli investimenti nel centro storico e nella sua immediata periferia lungo la costa , senz’altro con validi motivi, ma qualcosa di più andava programmato anche per le frazioni dell’entroterra.