Insieme a tutte le forze di opposizione unite, partecipiamo e firmiamo la mozione sull’adesione del Comune di Senigallia al progetto “Bandiera Lilla”.

Insieme a tutte le forze di opposizione unite, partecipiamo e firmiamo la mozione sull’adesione del Comune di Senigallia al progetto “Bandiera Lilla”.
Cent’anni fa, il 21 gennaio 1921, a Livorno partiva la lunga storia del Partito Comunista Italiano.
Nato come Partito Comunista d’Italia, il PCI ha attraversato da assoluto protagonista tutte le fasi del nostro Paese. Dalla lotta in clandestinità contro il regime fascista durante il Ventennio alla guerra di Liberazione dal nazifascismo combattuta in prima linea, dalla ricostruzione postbellica alla lotta contro il terrorismo, il PCI è sempre stato un baluardo di democrazia e legalità, anche nelle sue contraddizioni. Nelle tante battaglie di cui è stato alfiere, ha sempre perseguito gli ideali di libertà, equità, giustizia sociale e pace e fratellanza fra i popoli e tutti noi, anche chi comunista non è mai stato, anche chi non ne condivideva le idee, anche chi combatté aspramente il suo operato politico deve un pezzetto della nostra società contemporanea del benessere alle lotte delle comuniste e dei comunisti del nostro Paese.
L’iniziativa di “disobbedienza civile” denominata #ioapro è arrivata anche a Senigallia, emergendo dalle cronache locali con la protesta di un locale di Marzocca.
Manifestazione pericolosa, resa ancora più grave dalla presenza ostentata del consigliere comunale di maggioranza di destra Massimo Montesi.
Diritti al Futuro ritiene gravissimo che un rappresentante delle istituzioni sostenga a parole e nei fatti l’elusione delle norme di leggi vigenti, tanto più di quelle normative che promuovono la tutela della salute umana, protetta dalla Costituzione in modo diretto e totale.
“Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova” così diceva Agatha Christie e noi, nel suo caso, di indizi ne abbiamo contati almeno tre.
Un convegno sui vaccini con relatore un noto medico “negazionista” di Hiv e Aids nel 2017.
Una lettera del 24 novembre 2020, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri Speranza, Azzolina e Boccia, al Presidente della Regione Marche e all’Assessore regionale alla Pubblica Istruzione nella quale si sollevavano dubbi sull’uso delle mascherine a scuola contrariamente a quanto indicato dal Comitato Tecnico Scientifico.
E infine il suo post su Facebook del 28 dicembre, salito agli onori della cronaca nella giornata odierna, in cui aderiva al pensiero per cui il Covid sarebbe “un’influenza che colpisce con una bassissima percentuale anziani e malati”.
Con un vero e proprio colpo di mano, senza alcuna possibilità di vera partecipazione e sostanziale confronto e conoscenza per i consiglieri comunali, di fronte a una maggioranza spesso assente durante i lavori e sempre silente durante gli approfondimenti, la commissione consiliare in una sola seduta ha licenziato le oltre cento controdeduzioni alle osservazioni depositate dalle cittadine e dai cittadini sui contenuti della Variante della Città resiliente. In moltissimi anni di urbanistica partecipata non si era mai visto nulla di simile nella tradizione delle politiche di governo del territorio della città di Senigallia!
Nei giorni scorsi i cittadini senigalliesi si sono visti recapitare nelle proprie case la quarta rata a saldo della Tari 2020.
Per le utenze domestiche la quasi totalità dei bollettini reca la dicitura “Nulla da pagare” visto che l’importo a saldo è di pochi euro (1,2…) se non addirittura a credito e pertanto verrà inglobato nella Tari 2021.
Per le utenze non domestiche in alcuni casi si sono registrati aumenti molto contenuti, soprattutto per quelle attività che hanno aumentato la superficie, avendo occupando maggior suolo pubblico con esenzione dal pagamento del relativo canone. Aumenti contenuti e ben lontani dalla “stangata” che qualcuno aveva paventato sostenendo che l’amministrazione di centro sinistra sarebbe ricorsa alla “furbata” di rinviare la stangata a dopo il voto. Un qualcuno che, come al solito neanche di fronte all’evidenza e a precise disposizioni normative, aveva perso l’occasione di far ricorso alla propaganda.
È ora di richiamare l’ambasciatore, l’Egitto è un paese non sicuro.
Gli ultimi sviluppi sul caso Regeni, grazie all’indagine, ormai alle battute finali, condotta dalla Procura di Roma, ci ha svelato uno scenario intriso di inganno, doppiezza, orrore e di sofferenza sulle circostanze che hanno portato al sequestro, alla tortura (riferisce il procuratore Pignatone, identica a quella descritta nella letteratura medico-legale egiziana tipiche del modus operandi locale di torturare gli arrestati) di cui preferiamo non ripetere le atroci modalità riferite dai mezzi stampa, che hanno piagato il fisico del povero Giulio, fino a condurlo alla morte.
Se è vero come ci dicono tutti i dati che in Italia (e non solo, per la verità) la ricchezza è distribuita in modo assolutamente diseguale, tant’è che il 20% più ricco degli italiani detiene il 72% della ricchezza nazionale, il successivo 20% controlla il 15,6% della ricchezza e il rimanente 60% più povero ha appena il 12,4% della ricchezza nazionale, non si comprende proprio perché l’iniziativa volta ad introdurre una imposta patrimoniale (tramite un emendamento alla Legge di Bilancio, a firma di Nicola Fratoianni – LEU- e Matteo Orfini – PD) abbia suscitato levate di scudi non solo a destra ma anche all’interno della stessa maggioranza di governo (Movimento 5 stelle, PD, Italia Viva).
Diritti al Futuro, dopo le recenti elezioni comunali, ha avviato una riflessione al suo interno, sia sulle ragioni della sconfitta della coalizione di centrosinistra, sia sui migliori modi per portare avanti il mandato che gli elettori ci hanno dato, quello di opposizione alla nuova amministrazione di destra; un’opposizione che deve essere competente e rigorosa. Siamo intenzionati a tornare quanto prima alla guida della città di Senigallia, convinti che questa Giunta e questa maggioranza consiliare ai suoi primi passi abbia già dimostrato la sua inadeguatezza politica: dalla vergognosa vicenda dello striscione per Giulio Regeni, all’imbarazzante e indemocratica occupazione di tutte le presidenze di commissione.
Democracy dies in darkness, è il motto del Washington Post. Ieri, nell’aula consigliare di Senigallia, nonostante il grande lampadario fosse acceso, è scesa un’oscurità mai vista negli ultimi settant’anni.
Ieri si votavano i presidenti delle commissioni consiliari. Per buona prassi politica i vari gruppi, di maggioranza e di opposizione si mettono ad un tavolo e discutono. Discutono sulle competenze, sui ruoli, sul profilo che i presidenti delle varie commissioni dovrebbero avere. A volte non si arriva ad una sintesi sul numero delle presidenze da assegnare all’uno o all’altro oppure su chi debba ricoprire un tal ruolo e lo scontro politico rimane.
Ma ci si parla.